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Quando conviene lavorare in un coworking

Cristina MaccarroneCristina Maccarrone, Contributor, Forbes

Ci sono quelli per i videomaker e quelli con il bookcrossing. Quelli di design e quelli nati in ex aree industriali. Dici “coworking” ed entri in un mondo dove si condivide sì lo spazio e dove la parola collaborazione è all’ordine del giorno, ma di fatto c’è anche molto di più.

Un coworking è sinonimo di rete sociale, ossia di un gruppo di individui connessi tra di loro grazie a diversi legami sociali che non hanno solo a che fare con il lavoro. Li scelgono i freelance, ma anche le aziende come uffici per i loro lavoratori in trasferta o fuori sede. E pure le istituzioni stanno puntando sempre più i riflettori su questo modo di lavorare.

Come il comune di Partanna, che nel 2016 ha dato vita a uncoworking e un Fablab per supportare, in un centro di appena 11mila abitanti, futuri makers e freelance. O Milano che ha deciso di estendere una formula simile con l’iniziativa “Una poltrona per due”: soggetti professionali diversi, come parrucchiere ed estetista, possono lavorare insieme nello stesso negozio (magari il secondo nel negozio avviato dal primo e viceversa).

Come fare però a scegliere il coworking più adatto? Quali sono i punti forza di un coworking e quali gli aspetti negativi?

Trovare l’ambiente di lavoro perfetto

Quando si è dipendenti le possibilità di scelta sono davvero poche. Poco importa se la propria scrivania è piccola o se, bando al feng shui, avete un corridoio alle spalle e chiunque passa può guardare sul vostro monitor: a meno che se non siate manager, difficilmente avrete diritto di replica. Nel coworking, invece, è possibile sperimentare il proprio potere decisionale, magari scegliendo uno spazio a più piani o con terrazza (come Work[In]Co in zona Monteverde a Roma), dove fare una skype call prendendo il sole. Inoltre, se da un lato ci sono spazi immensi come i Talent Garden o Copernico, chi ha bisogno di uffici più a misura d’uomo può optare, per esempio, per uno dei 128 coworking in tutta Italia della Rete Cowo® .

Quasi tutti i coworking permettono di fare una prova per uno o più giorni: approfittatene.

Lavorare vicino casa

Stando a una ricerca del settembre 2017 dell’Osservatorio Mensile Findomestic in collaborazione con Doxalavorare vicino casa è il desiderio di 1 italiano su 2. Il coworking va in questa direzione. Regola fondamentale è infatti che sia a due passi o al massimo a 20 minuti di distanza da dove vivete. I vantaggi? Lavorare sì fino a tardi, ma una volta usciti potere godersi il “resto della vita”. E se ne avete bisogno nel weekend? Alcuni coworking ormai sono aperti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 o danno ai propri coworker le chiavi per entrare quando vogliono.

Esaltare e arricchire la propria professionalità

Nascono, poi, sempre più spazi orientati a una determinata professione o a un gruppo di professionisti. È il caso di Slam, a Milano, dedicato all’editoria e allo spettacolo che accoglie scrittori, attori, redattori, uffici stampa, grafici, piccole case editrici, studi editoriali, registi che possono lavorare insieme a progetti comuni. O di Clock Music and video, dedicato a YouTuber, artisti e producer con cabine di registrazione e area video.

Collaborare e fare rete

La collaborazione nasce anche tra chi fa lavori differenti: magari siete dei grafici e avete bisogno di un copywriter o degli avvocati e vi serve un commercialista: non vi toccherà cercare questi professionisti all’esterno, ma saranno lì a portata di scrivania. Inoltre, a differenza delle aziende dove spesso ci sono divisioni che mal comunicano tra di loro, in un coworking le informazioni circolano più facilmente davanti alla macchina del caffè o in uno dei tanti eventi che vengono organizzati all’interno. Nel Cowo® di Lambrate, per esempio, quasi ogni mese si organizza il Cowo® Lunch, in cui un coworker presenta agli altri se stesso e il proprio lavoro. Sapendo cosa fa il vicino di scrivania, possono nascere sinergie, collaborazioni e tutto questo, tradotto in altri termini, può voler dire maggiore produttività e possibilità di avere più clienti.

Formazione e aggiornamento continuo

Molti coworking mandano newsletter per informare su quello che succede all’interno, ma anche su argomenti di interesse più generale. Così come organizzano diversi workshop e corsi di formazione, a volte gratuiti, altri con uno sconto per chi fa parte della rete. Un aggiornamento costante anche per chi è sempre preso da scadenze e… indipendentemente dalla propria volontà.

Numerosi servizi a disposizione

Ci sono coworking che mettono a disposizione stampanti e scanner 3D o videoproiettori. O altri, come PianoC a Milano che ha uno spazio di cobaby per bambini fino a 10 anni, affidati a una puericultrice. Offrono anche “servizi salvatempo” come tuttofare a domicilio, idraulico convenzionato e persino “personal wardrobe”. Molti coworking, poi, hanno reception e segreteria.

Niente burocrazia

Last but non least: entrare a far parte di un coworking è molto più agevole dell’affittare un ufficio. Niente burocrazia, né tantomeno si perde tempo nel cercare il posto più economico o un coinquilino con cui dividere il canone mensile. Una volta entrati, basta solo decidere che tipo di abbonamento fare: mensile, trimestrale, semestrale o annuale e a tutte le incombenze penserà chi gestisce il coworking.

I contro: a cosa bisogna prestare attenzione

Fin qui i lati positivi, ma ovviamente il coworking ha anche aspetti negativi. Qui ne segnaliamo due.

Deconcentrazione e improduttività

Specie nei coworking piccoli, può capitare che i continui incontri alle macchinette, gente che chiacchiera o eventi organizzati di giorno possano dare fastidio. Se avete bisogno di silenzio per concentrarvi e il coworking non ha una sala riunione o uno spazio per le skype call e voi parlate tanto al telefono, forse è meglio scegliere un altro spazio o lavorare da casa. Altrimenti rischiate di avere delle giornate veramente improduttive.

Un costo non indifferente

Se siete alle prime armi, la quota mensile, in genere – dipende dalle città – dai 100 ai 300 euro, non è detto sia un costo che potete sostenere. Ci sono ancora pochissime politiche che favoriscono i coworker e pochi coworking comunali, come a Partanna, che hanno abbonamenti a 35 euro al mese. Ma magari, se il vostro problema è la solitudine, potate sempre optare per lavorare in un bar o nella cara e intramontabile biblioteca.

Evento: Il Profumo delle Emozioni

 

Magica serata ieri sera nel nostro Coworking Quintopiano fleming Parma. Le emozioni e l’energia hanno fatto da padrone. Un grande ringraziamento ad Ornella che con la sua grande passione e professionalità ha saputo incantare il suo pubblico accompagnandolo in un ricco percorso nel mondo degli oli essenziali, attraverso test olfattivi e visivi, momenti di scambio emotivo e sensoriale e con un’ampia ed interessante esposizione di questo mondo così affascinante. Stamattina un piacevole profumo diffuso in tutto lo spazio, insieme all’energia della sera precedente ancora palpabile, ci hanno accolto piacevolmente al nostro arrivo.
Ti aspettiamo presto Ornella con un’ altra bella ed interessante serata.
Un ringraziamento anche a tutti i partecipanti che con la loro attiva condivisione e attenta partecipazione hanno contribuito a creare quella particolare atmosfera carica di energia ed emozione. Il Coworking è anche questo!

 

Cos’è un “Coworking”?

Cos’è un coworking? Come primo passo viene spontaneo chiederlo a … Wikipedia.

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il coworking è uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un’attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d’ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. Attrae tipicamente professionisti che lavorano a casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente e finiscono per lavorare in relativo isolamento. L’attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento.

Il primo spazio di coworking propriamente detto è nato a San Francisco nel 2005 ad opera di Brad Neuberg.

Alcuni spazi di coworking sono stati sviluppati da imprenditori di Internet nomadi alla ricerca di un’alternativa al lavorare nei bar e nei caffè, o all’isolamento in un ufficio proprio o a casa. Un sondaggio del 2007 mostrava che molti dipendenti si preoccupano della sensazione di essere isolati e di perdere l’interazione umana se dovessero telelavorare. Circa un terzo di lavoratori pubblici e privati del settore riferiva inoltre di non volere rimanere a casa durante il lavoro. Il coworking offre una soluzione al problema dell’isolamento, che tanti freelance sperimentavano lavorando in casa, mentre allo stesso tempo permette loro di sfuggire alle distrazioni dell’ambiente domestico.

Il più delle volte il coworking è indirizzato verso i freelance, che spesso affiancano tale attività con un altro lavoro; per venire incontro a tali utilizzatori, gli orari sono di solito molto liberi, il più delle volte con formule 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, con modalità di accesso elettroniche e servizi di ronda di guardie giurate, con il risparmio sulle spese di portierato.

Il coworking è spesso confuso con altre modalità di lavoro, come gli acceleratori di affari, gli incubatori di impresa, business center e le suite per dirigenti, degli spazi che non sembrano adattarsi al modello di coworking perché spesso manca loro l’aspetto del processo sociale, collaborativo e informale con pratiche di gestione più vicine a quella di una cooperativa, tra cui la focalizzazione sulla comunità piuttosto che sul profitto. Molti di coloro che partecipano al coworking sono anche partecipanti dei BarCamp e di altre attività connesse alle tecnologie open source.

Il coworking non riguarda solo lo spazio fisico, ma inizialmente e soprattutto l’istituzione della comunità di coworking. I vantaggi del coworking possono ormai essere vissuti al di fuori degli spazi di coworking e viene raccomandato in genere di iniziare con la costruzione di una comunità di coworking prima di considerare l’apertura di uno spazio coworking.[21]Tuttavia, alcuni spazi di coworking non costruiscono una comunità, ma costituiscono piuttosto una parte di una comunità già esistente, combinando la loro apertura con un evento che attiri il loro gruppo di riferimento.

Numerose comunità di coworking si formano attraverso l’organizzazione di eventi di coworking casuale (ad esempio dei Jelly) che può avvenire nel soggiorno delle persone o in luoghi pubblici come bar adatti, gallerie o spazi multifunzionali. Durante questi avvenimenti, i collaboratori possono sperimentare i vantaggi del coworking e conoscersi l’un l’altro, il che abbassa le barriere per entrare in uno spazio di coworking in seguito.

Spesso i principali promotori del coworking sono le nuove imprese startup, poiché grazie ai suoi bassi costi è accessibile e alla portata di tutte le tasche